E poi è successo così, quando meno me lo aspettavo, mentre passeggiavo per Trieste tornando verso casa lungo Via dell'Annunziata al...
E poi è successo così, quando meno me lo aspettavo, mentre passeggiavo per Trieste tornando verso casa lungo Via dell'Annunziata all'altezza del civico 5 di trovarmi davanti a questa vetrina ed a questo Logo spiazzante: KATASTROFA, lo store della seconda vita.
Il primo pensiero è stato:
"come si può scegliere un nome del genere?
(Ed il primo pensiero è spesso ingenuo e/o superficiale.)
Il secondo pensiero è stato:
"cavolo è più coraggio o sconsiderazione?"
In terzo pensiero è stato ricordare le parole di Friedrich Nietzsche:
"ci vuole il caos dentro per partorire una stella danzante".
Il quarto pensiero è stato:
"di certo non mi sei passato inosservato hai preso la mia attenzione! Solo non so ancora se dire Bravi o che matti (però con un po' di accezione di come si usa dire a Trieste)".
"Io non avrei avuto il coraggio di chiamare un'attività KATASTROFA."
Perché è una parola che associo ad un periodo ed un luogo preciso, la Slovenia degli anni 2010, l'anno in cui ebbero una flessione della crescita del PIL che dal 6,5 scese 3,5 percento. In quell'anno io mi trasferii a Koper e "katastrofa" era la parola che sentivo più spesso pronunciata dai koperniciani.
Venendo io dall'Italia che dichiarava da anni un politico 0,5% di crescita (dato falso come una banconota da 3 euro) ovviamente non riuscivo a capire come un 3,5% potesse essere vissuto come "katastrofa". Per me sarebbe stato "entusiasmante"! Eppure risulta sempre interessante come possa cambiare il punto di vista. Perché bisogna anche considerare il fatto che gli Sloveni negli anni passati sotto la Jugoslavia vissero anche situazioni di iperinflazione, quindi di forte svalutazione.
In ogni caso auguro "lunga vita e prosperità" a coloro che a Trieste hanno avuto il coraggio o la sconsiderazione o l'ingegno di chiamare una attività KATASTROFA.
Per futura memoria posto anche le immagini singole qui di seguito.
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